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Giuseppe Sollazzo
Eduardo Scarpetta, campione d’incassi ma non di poesia, dovette osservare sornione il nascere e formarsi di una schiera dl intellettuali decisi a dare vita al teatro d’arte. Tra i paladini di questa corrente la storia del teatro annovera Ernesto Murolo (cui si deve la canzone "Pusilleco addiruso"), autore di "Un’ora al San Carlino" da questa sera al teatro Cilea, presentato dall’Ente teatro cronaca con Angela Pagano e Rino Marcelli, per la regia di Antonio Ferrante.
Al regista, già attore da lunga data, abbiamo chiesto di parlarci dello spettacolo: "In "Un’ora al San Carlino" la vicenda è quella di sempre: gli amori contrastati. A districare i giochi degli inganni sono due servi della commedia dell’arte che, per un loro tornaconto, si adoperano affinché la vicenda giunga al lieto fine. Importante in questo testo è l’invenzione del personaggio di “Fosforiello”, ricostruito sul modello del Puck shakespeariano (il celebre folletto di "Sogno di una notte d’estate"), qui una sorta di spiritello simpaticamente attratto da Pulcinella, il quale non è il solito Pulcinella scurrile, ma si accosta bensì a dei caratteri settecenteschi dove è molto più evidente l’eleganza alla Marivaux".
La sua prima regia è stata "Aspettando Godot" di Beckett, la seconda "Un’ora al San Carlino": esiste un filo conduttore?
"E' difficile dirlo, forse a ben guardare c’é un filo che conduce all’assurdo. Inoltre quella di Beckett fu una lettura particolare, i personaggi erano tutti interpretati da donne. E come nel teatro dell’assurdo non è importante la parola, ma la rappresentazione nella sua globalità, così in "Un'ora al San Carlino" ho privilegiato il gioco dell’attore".
Quali difficoltà ha incontrato per allestire questo testo?
"La prima è stata quella di far accettare un copione fuori dai canoni normali di rappresentazione. Un testo prima della messinscena è difficilmente giudicabile. Ed è molto difficile convincere con delle idee. In questo sono stato aiutato dalla sensibilità di Mico Galdieri che ha saputo leggere al di là del testo e si è fidato della mia intuizione".
La sua è stata una vocazione Improvvisa o nel luogo comune del regista come attore mancato c'è qualcosa di vero?
"Non è stata una vocazione improvvisa, perché mi sono sempre interessato di regia, inoltre continuo a fare l’attore quando le circostanze sono favorevoli".
Un regista-attore incontra problemi nel dirigere altri attori?
"Non direi. Inoltre non sono un regista tradizionale, di quelli che mettono in scena le parole, sono più interessato alle emozioni e ai sogni da rappresentare attraverso il teatro. iI mio compito è quello di fornire all’attore un meccanismo scenico nel quale muoversi con agilità. In fondo l’attore è l’autore della propria recitazione".
Animeranno gli incantesimi, le apparizioni, le schermaglie d’amore, gli attori Rino Marceill, Angela Pagano, Mario Brancaccio, Walter Corda, Ofelia De Simone, Ciro Giorgio, Angela Prisco, Giancarlo Tortora, Sasà Trapanese e Delia Viola.
Musiche di Tagliaferri rielaborate da Antonio Sinagra. Scene di Bruno Garofalo.