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L'Unità - Laura Detti - 14/11/1992
Due ore dense di dialoghi, di avvenimenti che si susseguono con un ritmo serrato, di muscoli facciali tirati per una mimica infinita. E non solo questo è lo spettacolo che ha debuttato qualche giorno fa nel piccolo teatro di "Villa Lazzaroni" (via Appia Nuova, 522/bis). Quando il gallo è via... è il titolo di questa "corsa", a base di humor inglese, che gli attori dell’associazione "Efebo d’oro" affrontano sul palcoscenico. A firmare le battute di un testo che possiede tutti i connotati del genere comico-brillante tipicamente britannico sono Johnnie Mortimer e Brian Cooke. Sceneggiatori di molte commedie, tra le quali una delle più famose è Niente sesso siamo inglesi, i due autori hanno ispirato, con il testo ora ripreso dagli attori italiani, anche la celebre serie televisiva "The Ropers", che in Italia è nota come "George e Mildred".
Antonio Ferrante, regista dello spettacolo, e i sei attori, tutti con un passato più o meno lungo sul palcoscenico e qualcuno sul video televisivo, hanno aperto con questo lavoro una stagione teatrale che sarà tutta dedicata al "teatro d’oltre Manica", come scrive l’associazione.
Sulla scena di Quando il gatto è via... sei personaggi che si fanno protagonisti di un intreccio non nuovo, anzi piuttosto tipico, per il teatro. Equivoci e tradimenti nelle vicende di due coppie di sposi, George e Mildred (interpretati da Gino Cesaria e Alessandra Borgia) e Ethel (Claudia Vegliante) sorella di Mildred, e Humphrey (Gianfranco Guerra). Due matrimoni più o meno falliti, da una parte per mancanza di "passione", come vuole il luogo comune sugli inglesi freddi e pieni di controllo, dall’altra per eccessiva carica erotica di uno dei due coniugi. Le battute, che, fedeli all’opinione comune, non fanno sganasciare dalle risate, e la scenografia, che mostra in modo abbastanza curato alcune "manie" e caratteristiche della vita inglese (come il salvadanaio dove si pagano le multe per aver detto parolacce), riescono a proporre nel giusto modo il genere scelto. Anche perchè probabilmente il pubblico è abituato a quel ritmo incalzante, a quelle facce e a quelle battute che si ritrovano molto più spesso in episodi televisivi che al teatro.
"Abbiamo dovuto affrontare - dice Alessandra Borgia — uno stile che non ci apparteneva. Reggere un dialogo continuo sul palcoscenico non è facile. Questo testo ha un taglio motto più televisivo che teatrale. Inoltre è molto fragile, non ci sono particolari messaggi da cogliere e da trasmettere. Quindi bisogna riuscire a far divertire il pubblico con nulla". E nel complesso i sei attori riescono in questo intento (le altre due interpereti sono Patrizia Caligiore e Tiziana Lotti), movimentando le scene con toni di voce che mutano e caricature di atteggiamenti fisici. E tutto rimane sulla superficie, così come vuole questa tradizione di commedie. Infatti Borgia dice: "Non ci siamo soffermati molto sui personaggi e sulle scene. Tutto deve essere portato all’esterno, non bisogna lavorare sull’interiorità.
Lo spettacolo sarà rappresentato fino al 20 dicembre. La stagione ‘92-'93 dell’associazione proseguirà con altri lavori, ancora da definire, che verranno presentati per tutto l’anno al "Villa Lazzaroni".