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Giulio Baffi
Eccovi Pulcinella, ritornato da lontani ricordi, in una storia d’altri tempi. Eccovi Pulcinella e con lui altri caratteri e agili personaggi disegnati dalla penna e dalla fantasia di Ernesto Murolo ed ora riproposti al teatro Cilea da Antonio Ferrante che, per l’Ente Teatro Cronaca, firma la regia di "Un’ora al San Carlino".
E in mezzo c’è finanche un divertente folletto, una sorta di Puck shakespeariano di poche pretese, uno spiritello che crea altre possibilità di confusione, e di magie, e di possibili altri equivoci, risolvendo dove non lo era possibile più, situazioni intricate e compromesse. Non v’è dubbio che la riuscita di questo spettacolo è affidata tutta agli umori degli attori ed ai loro tempi, alla loro capacità di non perdere un attimo, di non lasciarsi sfuggire una possibilità di far sorti. dere, ed è quindi logico anche che due attori come Rino Marcelli ed Angela Pagano, rispettiamente nei panni di Pulcinella e di Smeraldina, abbiano qui tutto l’agio di giocare con la loro fantasia e la loro sapienza. E Angela Pagano è una Smeraldma deliziosa, gentile e non leziosa, maschera moderna che guarda all’indietro alla Comedia filtrandovi la lezione delle letture e dei tempi del teatro di Eduardo quando si divertiva a mettere in scena Scarpetta. Rino Marcelli è un Pulcindlla balordo e divertente, pronto al gioco di parola e allo sberleffo, ma sempre elegante e misurato. Ad Antonio Ferrante va quindi il merito di aver fuso in questo delicato concertato le varie possibilità dei suoi attori e collaboratori, da Giosina Pizzardo che è Donna a Walter Corda che è il giovane Ramiro, a Giancarlo Tortora, Ciro Giorgio, Ofelia De Simone, Alessandra Borgia, Sasà Trapanese, Delia Viola e, gustosissimo nella pane dello Spiritello gentile un Mario Brancaccio particolarmente in vena. La scena ricrea il piccolo palcoscenico di un teatrino d’altri tempi, con la sua ribaltina di lumi tremolanti e i graziosi siparietti dipinti che creano i vari ambienti, la firma Bruno Garofalo, che è autore anche dei costumi. Davanti al palco un gruppo di «musici», Luciano Carotenuto, Riccardo Maiorano, A. Drummond Petrie, Antonio Porpora Anastasio e Salvatore Santaniello eseguono le gradevoli musiche e le belle arie cantate dagli attori, firmate da Tagliaferri e riorchestrate e arncchite da Antonio Sinagra. Cordiali applausi del pubblico della prima. Si replica fmo a domenica 26.
Il San Carlino, si sa, fu un teatro molto amato dai napoletani, un teatro molto popolare, dove i grandi comici della storia dello spettacolo si fecero le ossa, o comunque vi rappresentarono le loro farse, i loro giochi di palcoscenico, dove mitici Pulcinella si diedero il cambio nel tripudio di un pubblico entusiasta.
Il San Carlino dunque rimane nella memoria nostra come tappa felice, e Murolo vi costruì, con mano felice questo suo gioco in maschera chiamandola «una ricostruzione della Commedia buffa In sul finire del ‘?OO una favoLa musicle casta e divertente come esigevano che fosse i Regi Decreti del tempo». Dunque, un gioco teatrale dichiaratamente senza altra pretesa che quella di un divertimento semplice ed immediato. Un divertimento però tenuto tutto sul filo di una eleganza dichiarata senza concessioni «basse» di comicità spicciola. E in verità Antonio Ferrante e tutta la compagnia, assecondano questo disegno di lieviti e di eleganza, cercando di avvicinarsi all’operina un p0’ recitata un po’ cantata, tutta ritmi e possibilità di sorriso, sfruttando ogni possibilità dell’esile testo per divertirsi e far divertire il pubblico. E gli elementi a loro disposizione sono un racconto semplice dove si mescolano tante situazioni classiche». Pukinella servo fannullone, iningante, affamato e avido, innamorato di Smeraldina, cerca di aiutare gli amori di Ramiro e DoriQuest’ultima naturalmente è vicina ad andare in sposa a Lord Armiter, allampanato nobile inglese. Sotterfugi, fughe, rapimenti, scambi di persona e giochi di parola, equivoci e riconciliazioni fanno da esile stelo al racconto.