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Roma - Mariagrazia Poggiagliolmi - 21/01/2005
NAPOLI. Velocità nelle situazioni e nei tempi, ininterrotta Comicità, incredibile "bellezza", sano divertimento. Questo ed altro ancora potranno trovare gli spettatori quando assisteranno al teatro Sannazaro al riuscito e più che convincente riadattamento scenico, realizzato da Antonio Ferrante, della pochade inglese dal titolo "birichino" ed intrigante: "Prego signora, si spogli".
A presentare questo efficace lavoro teatrale, in scena sino al 13 febbraio, è la Compagnia “Laboratori Flegrei”, nel cui cast flgurano attori di comprovata esperienza come Nicola Di Pinto, Luigi Di Fiore, Germano Bellavia, Yuliya Mayarchuk; e valide promesse come Manuela Ruggiero, Giovanna Velotti e Paola Verrazzo. Le scene, che ripropongono un accogliente atelier milanese sono di Daniela Cammarota, mentre i costumi sono stati curati da Maria Sasso. La regia è di Antonio Ferrante. Alla prima dello spettacolo nel parterre figuravano tutti gli attori di un "Posto al Sole", insieme al direttore della sede Rai di Napoli, Francesco Pinto, intervenuti per applaudire i loro colleghi di “soap”.
Tutta l’azione della brillante pochade si svolge in un elegante show room di pellicce tenuto da un serafico ed un po' "ingenuotto" stilista napoletano Ascanio Lo Gatto (Germano Bellavia) e dal suo socio milanese, un "incallito" don giovanni, per di più sposato, Gilberto Rosso (Luigi Di Fiore).
Gi spettatori si troveranno davanti ad un repentino cambiamento di situazioni.
Da una quiete apparente si passa all’improvviso ad una vera e propria tempesta. "Motive power" di questa "tragica" trasformazione è il fascino mozzafiato di una donna, Jannette Cicero (Yuliya Mayarchuk), spogliarellista e moglie di un tremendo, quanto mai simpatico boss napoletano, Sonny Cicero (Nicola Di Pinto). Sarà la donna a far perdere la testa al socio milanese, portandolo a compiere un "azzardo" che gli costerà caro.

Sospetti, fughe disperate, lanci dal balcone di vestiti e di indumenti intimi, che restano attaccati in bella mostra ad un orologio o alla insegna pubblicitaria dell’atelier, sono solo una parte di tutto quello che si agiterà in scena per circa novanta minuti. Dialoghi serrati, movimenti "comici", trovate ingegnose, si alternano In un "fuggi fuggi" generale, tra porte che si aprono e si chiudono all’arrivo repentino di persone non gradite. Ed ancora "un intreccio nell’intreccio", un accavallamento di parole, di episodi, di triangoli amorosi, contribuiscono a destare ancora più curiosità nel pubblico, che non potrà non apprezzare la bravura degli attori in scena, nonché la bellezza “vista e non vista” (sicuramente immaginata anche quando indossa una lunga o “ingombrante” pelliccia) della frizzante e peperina Yuliya Mayarchuk.
Grandi applausi all’intero cast, ma soprattutto a Nicola Di Pinto, capace di creare un personaggio straordinariamente comico, a partire dal linguaggio "curioso" con accenti di forte napoletanità, fino ad arrivare alle movenze a tratti volutamente "Isteriche" e non da meno divertenti. La quiete, a conclusione dello spettacolo, tornerà nell’atelier con un finale del tutto particolare soprattutto per lo stilista Ascanio, che dall’intera esperienza ne uscirà vincente, oltre a mutare completamente la sua personalità.
Una nota di merito va naturalmente anche ad Antonio Ferrante che ha dato vita ad una regia capace di sfruttare a pieno ed in modo creativo il testo teatrale e tutto lo spazio scenico.