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Teatri - Paola Sergio - 1992
Provate ad immaginare un insieme di pregiati ingredienti sapientemente mescolati da abili mani... cosa ne viene fuori? Un succoso prodotto! Detto così alcuni potrebbero pensare che parliamo di arte culinaria, in verità di arte si tratta, ma teatrale nel senso più puro, elevato. Infatti ingredienti d’eccezione in questo caso sono attori della levatura di Rosalia Maggio e Gigio Morra, interpreti come Lello Abate e Patrizia Spinosi, le più belle canzoni napoletane, le splendide musiche arrangiate dal maestro Mario Messina e l’abilità di Lello Scarano e Raffaele Esposito. il tutto condito dell’irreprensibile regia di Antonio Ferrante. Cosa ne dite? Bastano, questi nomi, per assicurarvi che a Castel dell’Ovo, nell'ambito della rassegna "Ridere ‘92", lunedì 28, abbiamo assistito, divertiti e stupefatti, ad uno spettacolo degno della più alta considerazione?
"Aspettando il regista", questo il titolo dello spettacolo, è una magnifica raccolta di canzoni e poesie, ma anche di scenette e duetti che tanto ricordano il migliore avanspettacolo, la rivista di alcuni anni fa, il Cafè Chantant, ma, soprattutto a noi napoletanii, i bei tempi del glorioso e ormai mitico Salone Margherita.
Su un palcoscenico semiabbandonato -scene di Tonino Ronza, costumi di Isa Di Lena- si trovano, uno alla volta, quattro artisti, dalle caratteristiche apparentemente divere, giunti per sostenere un provino con un famoso regista francese. Dopo una serie di frizzi, lazzi, scherzi e giochi di varia goliardia i quattro diventano un gruppo. E complici si sostengono e incitano a vicenda quando, nell’attesa del regista, giunge il maestro di musica che subito mette alla prova la loro abilità canora e la capacità d’improvvisazione. Così si costruisce lo spettacolo, una serie di siparetti dal vago sapore nostalgico. per una carrellata del teatro napoletano che passa attraverso la canzonetta, la macchietta...e perfino la sceneggiata. Apprezzatissimi i due giovani cantanti, brillanti interpreti delle nostre migliori melodie da "Rusella" a "L’avvertimento", da "Era di maggio" e "Torna maggio" fino a "Core ‘ngrato". Esilarante e applauditissimo Gigio Morra, comico di "razza", attore come pochi capace di improvvisare e andare a braccio -qualità necessaria per poter ben lavorare accanto alla strepitosa verve di Rosalia Maggio-, interprete di sketch, gag e canzonette Doc, brillante e risibile guappo in un brano di sceneggiata -e al proposito, e sempre su1 filone dell’improvvisazione, qui Rosalia ricorda i tempi in cui recitava le sceneggiate "accanto a nu’ bello cumpagno mio che si chiammna Rino" e, neanche a dirlo, Rino Marcelli è in sala che ride sornione-, ma soprattutto perfetto nella recitazione della prima scena del primo atto della "Filumena Marturano": l’attore si fa in quattro, davvero, e con la voce di Eduardo è Domenico Soriano che scopre di essere ingannato, poi Alfredo e Rusalia, i "servitori", ma soprattutto è la migliore imitazione-caricatura di quella Filumena interpretata da..... "comme se chiammava chella attrice piccolina tutt’ossa -commenta Rosalia con particolare gusto- giuvinò te lo ricordi?" e Lello Abate attacca "Era di maggio".....

Insomma fino alla fine, quando cioè giunge l’entusiasta regista, non un momento di noia, e anche la sensazione del dejavue svanisce per dare spazio alla più sana ilarità. Un’ora e venti di vero divertimento per uno spettacolo senza sbavature, ma soprattutto per il piacere di aver visto una Rosalia Maggio quanto mai spumeggiante. Artista come poche, comica per natura, capace dei più alti guizzi di genialità, in perfetta forma fisica passa dalla canzoni -accompagnate spesso da passi di charleston e simil cancan alle poesia -splendida l’interpretazione di "'O miercurì ra Maronn ‘o Carmine"- al dialogato senza un minimo di stanchezza. Infine ci piace sottolineare la sua generosità con i compagni e con il pubblico sintomo di approvata professionalità e soprattutto di grande signorilità. Sinceri gli applausi, tanti, per tutti in un finale d’avanspettacolo.